cine : Recensione L’IMPERO DEI LUPI

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Tratto dal best seller dello scrittore francese Jean-Cristophe Grangè (lo stesso autore di “Fiumi di porpora”), “L’impero dei lupi” è un thriller dalle atmosfere cupe disseminato di una serie di scene d’azione. L’epilogo del film è discreto: la Parigi grigia, battuta dalla continua pioggia e orribile e claustrofobica nei suoi peggiori quartieri è ben raffigurata dalla fotografia satura e scura di Michel Abramowicz e si presta come giusta atmosfera alle due storie parallele, al principio intriganti. Peccato però che quando il rebus comincia ad offrire i primi chiarimenti, la struttura ambigua ed enigmatica eretta con intelligenza e furbizia implode tristemente su se stessa trascinando il malcapitato spettatore verso un finale poco soddisfacente. “L’impero dei lupi” è un film troppo caotico e, in molti punti, privo di coerenza. Risulta difficile stare dietro a tutte le vicende che percorrono una strada più pericolosa di0 un campo minato. Malgrado tutto, si ritrova poi, per miracolo, il modo di ricongiungere il tutto. Nessun miracolo, soltanto beceri trucchi poco plausibili. Le scene d’azione sono esagerate e coreografate in modo pessimo. Non procurano alcun beneficio alla pellicola, risultando utili soltanto per distrarre dalle contraddizioni narrative lo spettatore affascinato delle “americanate”.

Il regista Chris Nahon usa con gusto la mdp, ma poco può fare con una sceneggiatura per nulla verosimile e del tutto priva di tensione (lui stesso ne è colpevole, sceneggiatore assieme all’autore del libro Jean-Cristophe Grangè). I dialoghi rispecchiano la mediocrità del plot. Serrato il montaggio, troppo serrato, tanto da risultare grossolani alcuni stacchi di scena. Mal utilizzata la colonna sonora (splendida la voce di Skin, ex-leader degli Skunk Anansie). Elemento che, soprattutto per un thriller, poteva conferire maggiore tensione e profondità risulta assordante ed irritante nelle scene d’azione e del tutto assente in alcune scene chiave.

“L’impero dei lupi” segna l’ennesima prova per Jean Reno nei panni di detective. L’attore francese sembra apprezzare questo ruolo ed ancora una volta lo interpreta con sguardo deciso e severo. Sorprendente la prova dell’attrice di origine spagnola Arly Jover. Laura Morante appare convincente in ruoli per lei inconsueti: donne tenaci e determinate. Finalmente può evitare le fontane di lacrime isteriche delle casalinghe da lei spesso interpretate.
“L’impero dei lupi” è un film sul quale pesa una trama incoerente e un minutaggio eccessivo. L’inizio interessante non è che un’illusione perché la storia prosegue senza mantenere le buone premesse ed il finale appare troppo costruito per l’occasione. Un intruglio caotico e disarmante che non viene rinfrancato neanche dalla presenza di un ottimo Jean Reno. Buono soltanto come prodottino di intrattenimento per una serata priva di pretese autoriali.

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